giovedì 31 dicembre 2009
By Jove !
mercoledì 23 dicembre 2009
Chatting with HRH
martedì 22 dicembre 2009
Canonicus +++
venerdì 4 dicembre 2009
Memoria
martedì 1 dicembre 2009
Ecce, Eliam vocat
domenica 29 novembre 2009
Vera imago
sabato 28 novembre 2009
Horny69Mari
venerdì 27 novembre 2009
Contromisure
The siege of Karthoum
giovedì 26 novembre 2009
Fur nec manifestum
mercoledì 25 novembre 2009
Silvio Cosini
martedì 24 novembre 2009
Ovunque proteggi
Sono piccolo. Avrò si e no sei anni. E’ un piovoso e freddo giovedì di novembre e la zia mi porta in chiesa per le litanie. Inginocchiate nella penombra, appena rischiarata da una teoria di candele accese sotto l’altare della Madonna Lauretana, un gruppo di vecchiette guidate da una più ardita, si ritrovano in preghiera:
“Kyrie, eleison”, quella dice.
“Christe, eleison”, le altre rispondono.
“Fili, Redemptor mundi, Deus”, quella riparte.
“Miserere nobis”, subito pronte rispondono.
E poi via, ancora, con mille aggettivi diversi per la Madonna: “Mater purissima, intemerata, admirabilis, boni consilii ... Virgo prudentissima, Speculum iustitiae, Sede sapientiae, Causa nostrae letitiae, Turris eburnea, Fèderis arca, Janua coeli, Salus infirmorum ...”.
Come può un bambino non rimanere affascinato dal ritmo, dal sincronismo, da quella nenia che abbraccia e consola ? E da tutti quei nomi che pian piano la vecchina snocciola uno dietro l’altro : San Luigi Gonzaga, Sant’Antonio da Padova, Santa Rita da Cascia ... chi sono ? Che volto hanno ?
E’ da allora che mi è rimasta questa curiosità, questa volontà di associare al nome un volto, una immagine. Un po’ come si fa con le figurine dei calciatori.
Ecco, questo libro* va considerato quasi come fosse un album Panini delle figurine, dove al posto dei giocatori ci sono Santi e Madonne. Quelli che noi toscani spesso chiamiamo a testimoni delle nostre disavventure invocandoli con le peggio bestemmie mai pronunciabili.
E forse va considerato anche qualcosa di più, perchè ognuna di queste medagliette è stata appuntata ad una camiciola, ad una canottiera della salute, ad una liseuse di educanda, perchè fornisse continuo decoro e protezione a chi l’indossava. Quanti cuori hanno palpitato sul recto di queste medaglie e ad esse si sono affidati, aggrappati, sostenuti? Uomini e donne di ogni età, con i loro sospiri, le loro suppliche, i loro affanni, hanno creduto al potere taumaturgico ed apotropaico di queste medagliette d’alluminio.
A loro va il mio pensiero, a chi con la forza della fede invocava la benedizione celeste od il placarsi dell’ira divina. Ed a chi mi ricordava ogni mattina, prima d’uscire di casa, di farmi il segno della croce.
* In corso di pubblicazione, presso l'autore.
martedì 15 settembre 2009
A neat desk is the sign of an empty mind
Da quando ho raggiunto l'età della ragione (ammesso che l'abbia raggiunta) ho tentato di conservare in un più o meno ordinato archivio gran parte della carta che in qualche modo mi è passata per le mani. La corrispondenza con tutti quelli ai quali ho rotto le scatole, le fatture ed i conti dei lavori fatti in casa, gli appunti presi per ragioni di studio e quasi tutto quello che ho ritenuto non degno d'essere buttato.
Ciò, naturalmente, nella vana speranza di poter fermare il tempo, di poter cristallizzare l'attimo attraverso una sua propaggine cartacea. Nell'illusione di poter rivivere, nella mente degli altri, attraverso queste testimonianze (perchè è bello, doppo il morire, vivere anchora).
Ma che palle… ma a chi interessa… ma basta… Ffffff...
Davvero non ho altro di meglio da scrivere su questo blog ? Come spero di competere con la levità di D. ? Con un tentativo mal riuscito di descrivere una mia mania, peraltro comune e noiosa ?
Ai fichi, ai fichi.
Sì, sì. Ai fichi.
sabato 12 settembre 2009
Luca 15:11,32
Capisco che la parabola vada vista dalla parte dello sperperone e che mostri la misericordia di Nostro Signore anche verso i peccatori più abietti. Ma nessuno mi ha mai chiarito il pensiero di quel poveraccio che ha sempre lavorato come un cane e che non ha mai avuto nemmeno un capretto per festeggiare con i propri amici.
Perchè non urla : "Ma vai in c*** te e il vitello grasso !". ?
Indeficienter
Per anni vista come anteprima dello stato fascista, l'esperienza di Fiume d'Italia e della Reggenza Italiana del Carnaro è in realtà uno dei primi esperimenti di stato socialista. Basti dire, tra l'altro, che la sua Costituzione (la prima costituzione moderna d'Europa) fu redatta per la parte giuridica da Alceste de Ambris, sindacalista rivoluzionario di primissimo livello. D'Annunzio si occupò di riscriverla in chiave poetica e di aggiungere ciò che a suo parere mancava.
Di seguito riporto un estratto dell'articolo 18, intitolato "Delle Corporazioni"
Art. XVIII DELLE CORPORAZIONI
[…] La decima [corporazione] non ha arte né novero né vocabolo. La sua pienezza è attesa come quella della decima Musa. È riservata alle forze misteriose del popolo in travaglio e in ascendimento. È quasi una figura votiva consacrata al genio ignoto, all'apparizione dell'uomo novissimo, alle trasfigurazioni ideali delle opere e dei giorni, alla compiuta liberazione dello spirito sopra l'ànsito penoso e il sudore di sangue. È rappresentata, nel santuario civico, da una lampada ardente che porta inscritta un'antica parola toscana dell'epoca dei Comuni, stupenda allusione a una forma spiritualizzata del lavoro umano: "Fatica senza fatica".
Tenete a mente che si tratta di un testo giuridico, di un atto fondante il potere di uno stato, di una Costituzione. Per carità. Per carità.
venerdì 11 settembre 2009
Debolino ?
martedì 1 settembre 2009
I dì protrar torpidi
Ma che, le chiamate vacanze queste ? O balordi !?! La vera vacanza l’ho fatta io. Altro che storie.
Orario d’ufficio, con straordinari, al Bagno Assunta di Forte dei Marmi: cartellino d’entrata timbrato alle 09.30 e rientro a casa non prima delle 20.30. Giornate indimenticabili passate a far poco e nulla. Altro che storie.
Giulio che ci svegliava affamatissimo verso le sette e mezzo, rapide operazioni di vestizione e via dalla Nicolina a comprare un chilo e mezzo di schiacciata. Con i semi di girasole, ai cereali, con i pistacchi, in ognuna delle varianti proposte dalla premiata forneria Bertozzi.
Poi basta. Fine della giornata. Nient’altro da fare. Altro che storie. Quello della schiacciata era l’unico impegno - fisso ed improrogabile - della giornata. Il resto era lasciato all’occasione, all’evenienza, all’incertezza. Telefono spento ed email solo per cinque minuti la sera. Chi ci voleva ci trovava sotto l’ombrellone.
E ci hanno trovato in tanti, a dire il vero. La mia sorella quasi ogni giorno per il pranzo; Nada e Paolo un paio di volte a gustare i pranzi sotto il capanno della Gloria; Lidia con il signor Christian e Valentina per un pomeriggio di mare rubato alla noia; Cosimo per un mordi e fuggi da Firenze; la Dania con quasi tutta la truppa, e molti altri che mi scuseranno per non averli qui menzionati.
E poi ? E poi grandi dormite sotto l’ombrellone conciliate da letture più o meno scelte, da ostiche definizioni de La Settimana Enigmistica (il passatempo più sano ed economico) da chiacchiere da spiaggia con la signora Marisa.
Ma oltre a quello, per carità, quasi dimenticavo, abbiamo riesumato dal bagaglio delle nostre esperienze di fanciulli il meraviglioso passatempo della pista per le palline. Anzi, mi correggo, il Giuoco delle Biglie da Spiaggia, per il quale - allo scopo di sedare gli acri litigi tra i partecipanti - abbiamo persino redatto un apposito regolamento in triplice copia. Altro che storie.
E l’abbronzatura ? Invidiabile, grazie. Dovuta alle molte ore passate a cercar reginelle, a sciacquettarmi nel mare con Giulio avido di tuffi, a lunghe conversazioni con la ciurma dei bagnini. Macchè lettini, macchè olio solare, macchè protezione 50. Noi fortemarmini con più di trent’anni non ci siamo mai sbiaccati di crema presole, postsole, emolliente. Altro che storie. Pellaccia ruvida e spellata, peli sbionditi dal sole, acqua salata come tonico rinfrescante. Al massimo una sciacquata sotto la doccia fredda. Come dicevo. Altro che storie.
E l’ultimo giorno passato in riva al mare, con lo sguardo fisso all'albasia dei giorni alcionii, senza batter ciglio, senza altro guardare.
Perchè tra qualche mese, nelle sere pungenti e piovose d’inverno possa rivedere, tra i grilli del focolare, quel sole caldo che tramonta, quel luccichìo a pelo d’acqua, quell’orma sulla sabbia che bagnata dall’acqua riluce.
Altro che storie.
martedì 7 luglio 2009
Video killed the ...
Quel maramaldo di B., sfidando ogni legge fisica, non solo ha saputo conservare intatti i video girati vent'anni or sono, ma ha l'impudenza di riversarli oggi su Facebook tra il plauso e l'ilarità dei protagonisti, fugando così ogni speranza che il tempo smagnetizzi i nastri e getti nell'oblio ogni memoria del tempo passato. Io, naturalmente, sono stato costretto a vietargli di riproporre al pubblico moderno quelle mie gesta da adolescente in preda a squilibri ormonali. All'epoca fumavo, inveivo contro la divinità, dicevo stupidaggini. Attività alle quali sono dedito tutt'ora, ma - perdiana - in misura molto minore.
Guardo i video con l'indice sinistro sopra il mouse, pronto a stoppare le immagini ogni qual volta temo di veder passare un alter ego imberbe, magro e - mirabile dictu - con qualche capello in testa. Al contrario di tutti gli altri spettatori ho in uggia l'idea di rivedermi.
Mi disapprovo, mi compatisco, mi deludo. Diffido quindi il caro amico B. dal render pubbliche le parti di tali filmati che mi ritraggono. Quando alle cene tra compagni di scuola si rievocano le eroiche gesta dei tempi andati mi affanno per sostenere la fallacia dei ricordi altrui, ma nulla posso davanti ad una schiacciante prova video.
Per questo quando su Facebook vedo un nuovo video scaricato dal solerte B. corro a rimuovere i "tag" che mi identificano. Per il resto, faccio appello alla clemenza dei voyeur.
Tant'è.
martedì 30 giugno 2009
1000 words
I primi, influenzati dal sesto pianeta, hanno umore cupo, triste, incline alla melancolia; i secondi, governati invece dal quinto, hanno carattere aperto, allegro, cordiale.
I primi si voltano indietro a guardare la strada percorsa, a rimpiangerla a rammaricarsene. I secondi guardano fiso (sic) alla meta, attendono il futuro, sono speranzosi.
Per capire se qualcuno appartiene alla prima od alla seconda categoria è utile esperimento osservare con attenzione i suoi favoriti di Flickr. Non mi dilungo a spiegare cosa sia Flickr e tantomeno quali caratteristiche abbiano i favoriti. I miei lettori già lo sanno. Gli altri clicchino qui e/o qui.
Dalle fotografie scelte come favorite, appunto, si identifica con una certa esattezza il fenotipo di chi le ha selezionate.
Provatevi ad immaginarvi una serie di scatti che ritraggano sguardi dalla finestra, passeggiate verso l'avanti, lunghe prospettive in fuga verso l'infinito... Niente di più aperto. Si guarda il futuro, gli si va incontro, lo si abbraccia tutto con lo sguardo. By Jove !
E pensate invece ad un album di sculture polverose, di monumenti del passato, di vecchie glorie. Un album la cui prima foto ritrae un manichino che alza le mani davanti agli occhi per non vedere la luce radiosa dell'avvenire. Ecco lo spirito saturnino che s'impone.
Si impara molto da Flickr. Specialmente a guardare con occhio clinico i propri favoriti. E magari si trae anche uno stimolo per cambiare e per dirigere i propri passi dalla parte assolata della strada.
[Dio 'l vogli ! Avrebbe detto E.]
martedì 23 giugno 2009
Saturnino
- Ma abbiate pazienza, ma se ho titolato questo blog Solus ad Solam per significare che scrivo di me a me stesso, se tratto questa pagina elettronica come se fosse un foglio del mio taccuino, se non guardo nemmeno più le statistiche per vedere chi mi visita (bugiardo) ...
- Va bene, ma allora mettilo privato, toglilo di torno, non star lì ad imporlo a quei tre gatti che hanno la bontà di venire a vedere quel che scrivi. Pare che tu voglia per forza impressionare, che tu ti diverta a far vedere quello che leggi, che tu scriva per l'opinione degli altri, altro che per te stesso.
- Oh, abbi pazienza, ma uno potrà scrivere quel che gli pare, o no ? Se non ti va bene, aria, via, sòrti di torno. Leggiti il Giannelli, o BeppeGrillo, o too, ma non impedire a me di scrivere quel che voglio. Che poi sono a corto di idee, non ho spunti, mi vien subito a noia quel che comincio. Oggi m'han persino dato un suggerimento, m'han detto di scrivere del 6, del mio numero d'elezione.
- E te ? Quello poteva essere un bell'argomento, sono degli anni che la meni con quel 6, ne avrai di cose da dire ! Tutto 6, tutto 6, tutto 6, e allora ?
- Allora nulla, non scrivo del 6. Sono cose troppo delicate. Altro che 6. Non sono pronto a dare in pasto i miei segreti a chi, oltretutto, rischia di leggerli per caso grazie ai risultati di una ricerca fatta su Google. Senti, se ti va, leggi la poesia di Giordano Bruno che ricopio qui di seguito, sennò cambi pagina, va bene ? Del resto anche Gianburrasca copiava sul suo giornalino gli scritti della sorella Ada. Oh !
Un alan, un leon, un cane appare
All'auror, al dì chiaro, al vespr'oscuro
Quel che spesi, ritegno, e mi procuro,
Per quanto mi si diè, si dà, può dare.
Per quel che feci, faccio ed ho da fare,
Al passato, al presente ed al futuro
Mi pento, mi tormento, m'assicuro,
Nel perso, nel soffrir, nell'aspettare
Con l'agro, con l'amaro, con il dolce
L'esperienza, i frutti, la speranza
Mi minacciò, m'affliggono, mi molce.
L'età che vissi, che vivo, ch'avanza,
mi fa tremante, mi scuote, mi folce*,
In absenza, presenza e lontananza.
Assai, troppo, a bastanza
Quel che di già, quel che di ora, quel che d'appresso
M'hanno in timor, martir e spene** messo
Giordano Bruno, Opere Italiane, a cura di Giovanni Gentile, Laterza, Bari, 1908.
giovedì 18 giugno 2009
Appunti
Gli antichi egizi desideravano provvedere al futuro del morto, anzichè glorificarne la vita passata. Le statue ed i rilievi funerari [...] avevano lo scopo di provvedere l'estinto di tutto quanto gli fosse necessario nell'oltretomba. [...] L'immobilità stessa delle statue egizie testimonia del fatto che non avevano lo scopo di ritrarre un essere umano dotato di vita propria, ma di ricostruire per sempre un corpo umano che attendeva di essere rimesso in vita da una potenza magica.
I greci, più preoccupati della vita sulla terra che della vita nell'al di là, ed avvezzi a bruciare i loro morti anzichè mummificarli, rovesciarono questa concezione. [...] E l'arte sepolcrale divenne, conseguentemente retrospettiva e rappresentativa, mentre l'arte sepolcrale egizia era stata pro-spettiva e magica.
[...] Col declino della civiltà classica [...] l'arte funeraria tornò a focalizzarsi sul futuro anzichè sul passato. Ma il futuro veniva ora concepito come piano di transizione ad un piano di esistenza del tutto diverso, e non come pura continuazione della vita sulla terra. [...] La vita eterna era garantita dalla fede e dalla speranza, anzichè dalla magia, e veniva concepita non come perpetuazione della personalità nella sua completezza, ma come ascensione dell'anima immortale."
Panofsky, E., Studi di iconologia, Einaudi, Torino, 1975.
martedì 9 giugno 2009
Clof, clop, cloch
venerdì 5 giugno 2009
Cianciana Rock City
giovedì 28 maggio 2009
I wanna be like you
To make my dream come true
Stimolo
martedì 26 maggio 2009
A-ha
lunedì 25 maggio 2009
All'amica risanata
Kübler-Ross, E., On Death and Dying, The MacMillan Co., London, 1969
venerdì 22 maggio 2009
Acciaio sincero, lama dritta
giovedì 21 maggio 2009
mercoledì 20 maggio 2009
Ecco fatto
venerdì 15 maggio 2009
Cerno
Stream
lunedì 11 maggio 2009
Campani(n)ismo
Ora et labora
domenica 10 maggio 2009
Sesquicentenari
venerdì 8 maggio 2009
Holga
E' per me un sogno realizzato, un living dream, quello di poter fare fotografie come agli inizi del secolo scorso. I bordi scuri attorno al centro dell'immagine nitidissima, i grigi così carichi di sfumature, la sfocatura negli angoli rendono queste foto di straordinario interesse. Mi fanno vedere through the looking glass una realtà più bella del reale, mi permettono di osservare per speculum in aenigmate il mondo che vorrei, mi proiettano come specchio delle mie brame un mondo più desiderabile. Insomma, sono degne di riflessione.
Mi dispiace di morire, ma son contento
martedì 5 maggio 2009
Tant'è
lunedì 13 aprile 2009
Prima di noi
martedì 31 marzo 2009
Disclosures
Eco, U., Les sémaphores sous la pluie, già in Sulla Letteratura, Milano, Bompiani, ed ora leggibile su
http://www.golemindispensabile.it/index.php?_idnodo=8702
A rrRoma
sabato 28 marzo 2009
Stream
lunedì 23 marzo 2009
Carneadi
giovedì 19 marzo 2009
Gratis et amore Dei
martedì 17 marzo 2009
Turk 182
mercoledì 11 marzo 2009
L'officina della parola
Dal lat. lemni°scu(m) 'fascetta, nastro', che è dal gr. lìmnískos
1 nell'antica Roma, nastro che ornava le corone trionfali
2 nastro avvolto attorno a ghirlande e festoni in decorazioni architettoniche
Serto [sèr-to]
Dal lat. se°rtu(m) 'corona', neutro sost. di se°rtus, part. pass. di sere°re 'intrecciare, legare insieme'
(lett.) corona, ghirlanda: un serto di fiori | serto nuziale, ghirlanda di fiori d'arancio che la sposa porta in capo; (fig.) raccolta di versi scritti in occasione di un matrimonio | serto regale, corona regale | serto di gloria, aureola.
martedì 10 marzo 2009
Aldo Novarese
a) Il carattere col quale sono scritti i numeri che ti indicano se hai o meno la febbre si chiama "Microgramma" ed è stato disegnato nel 1952.
b) Quello usato per il frontalino della lavatrice è "Eurostile", simile al precedente, ma di dieci anni più vecchio;
c) Il titolo dell'Edipeo Enciclopedico è invece composto in "Nadianne", un font del 1978.
Aldo Novarese, (1920-1995), era un pittore e un grafico pubblicitario, ma soprattutto un disegnatore di caratteri. Il migliore che ci sia mai stato in Italia. Come spesso accade, qui da noi è conosciuto solo in ambito specialistico, mentre all'estero è quasi venerato. A lui si deve, oltre alla realizzazione di una serie di font di larghissima diffusione, una vera e propria teoria del carattere ed un metodo di classificazione dei caratteri a tutt'oggi ineguagliato.
Così quando vi misurerete la febbre, quando imposterete il tempo necessario al risciacquo, quando risolverete il prossimo enigma, penserete anche a chi per anni ha lavorato - nell'ombra - dietro a tutto questo.
lunedì 9 marzo 2009
Da solo (on la strada)
Ho qui davanti a me, tanto per dire, un biglietto per lo spettacolo che si tenne al Teatro Verdi di Firenze giovedì 20 dicembre 2001 alle 20.45. Quella volta andai nel primo ordine di palchetti, al numero 6, posto A (prezzo EUR 20,00). Venne insieme a noi il nostro amico Fabietto (al quale devo la segnalazione di All'una e trentacinque circa) che poi si trattenne a dormire in quella che in seguito sarebbe diventata la camera di Ada. Ma lasciamo stare, erano - pare strano a dirsi - altri tempi.
Da quella volta ne ha percorsa di strada Capossela: sopra e sotto il mare, nelle caverne, tra la folla, nei deserti polverosi d'America, alla stazione monumentale di Milano, lungo le strade del ritorno ... e questa volta sembra proprio averla trovata una strada.
Il concerto dell'altra sera è stato infatti un vero e proprio show, con maghi, ballerine, fuochi d'artificio, giganti, cambi d'abito e persino un coniglio che ogni tanto attraversava il palco. Tale è la sicurezza e la padronanza delle scene raggiunte dall'artista, che per la prima volta ho assistito ad uno spettacolo nel quale il protagonista ha scelto di mettersi in secondo piano, quasi ad accompagnare col pianoforte una rappresentazione più centrale della sua stessa musica.
Lo show è diviso idealmente in due parti: la prima offre quasi integralmente le canzoni presenti nell'ultimo disco (disponibile anche in vinile, per i puristi), la seconda invece ripropone i cosiddetti grandi successi, quelli più richiesti dal pubblico, cantati dall'interno di una gabbia. Ciò a significare l'eterna schiavitù del cantante, costretto a riproporre i cavalli di battaglia over and over, anche sugli ultimi lavori e ssugli inediti. Questo tema, già presente in Capossela da lungo tempo [di creta mi pare il cerone / s'appiccica al volto / il mal del buffone. / Ridere vorrei stasera / ridere vorrei per me] è qui dichiarato apertamente. Mentre molti si sono fatti schiacciare da un personaggio o da qualche hit, lui è riuscito ad esorcizzare il dèmone ridendoci sopra e mostrando apertamente d'essere stato ingabbiato dalle pretese del pubblico.
domenica 8 marzo 2009
How is a raven like a writing desk ?
a) il classico termometro a mercurio;
b) il pannello di controllo della lavatrice Whirpool Easytronic plus;
c) L'edipeo enciclopedico de "La Settimana Enigmistica";
Un paio di giorni per trovare la soluzione. In palio, anche per chi non vince, il piacere della ricerca.
sabato 28 febbraio 2009
More hominum
[Chi è in grado, oggi, di scrivere così ?]
Melville, H., Moby Dick, Adelphi, Milano, 1994.
[Cap. LXXXVII, La grande armada, pag. 414]
giovedì 26 febbraio 2009
Spigolatura
Avanti questa Porta [Porta al Prato] vi era un Ponte, col quale si attraversava il Torrente di Mugnone, che dalla Porta a S. Gallo passava lungo le mura, e se ne veniva alla Porta a Faenza, e quindi da questa del prato si scaricava in Arno. Questo Ponte denominavasi il Ponte alle Mosse, perchè di quì si davano le mosse ai cavalli nel giorno di S. Barnaba, in memoria della vittoria riportata dai Fiorentini nel 1289 contro gli Aretini, e della sconfitta data ai medesimi nel Piano di Campaldino; ed in fatti si trova per tal'effetto un'Ordinazione antica della Repubblica, in cui si vuole, che da questo ponte sino alla riparata siano le strade conservate, ed in buono stato.
Moreni, D., Notizie istoriche dei contorni di Firenze dalla porta al Prato fino alla real villa di Castello raccolte dall'abate Domenico Moreni socio colombario, Firenze, 1791.
mercoledì 25 febbraio 2009
Non abbiate paura !
°rispettivamente: dar*** alle 10.27.48 e dan*** alle 20.02.04
giovedì 19 febbraio 2009
E pluribus unum
mercoledì 11 febbraio 2009
Me le canto e me le suono
AEQVABIT NIGRAS CANDIDA SOLA DIES
Volendo intender, che quel giorno, che sarebbe fatto degno dell'amor della sua dama, haurebbe contrapesato quegli, che in vita sua haueua prouato sempre neri e disauenturati. E questo alludeua all'vsanza de gli antichi, i quali soleuano ogn' anno segnare il successo delle giornate loro buone e cattiue con le pietruzze nere e bianche, & al fine dell'anno annouerarle per fare il conto secondo quelle che auanzauano, se l'anno era stato lor prospero ò infelice.
Giovio, P., Dialogo dell'imprese militari et amorose, in Lyone, appresso Guglielmo Rouillio, 1574.