sabato 28 dicembre 2013

Tagliente verità.

Se il diciottenne si svegliasse di colpo una notte.
Si alzasse.
Ed allo specchio si vedesse per magia per maledizione con la faccia con la pelle dei suoi futuri cinquantanni, morirebbe vomiterebbe.
Ma invece, ma invece, scivolando secondo dopo secondo, per anni e poi per decenni, sempre distratto da altro.

- Sono io ?
- Stai scherzando ?

Un giorno, non più diciottenne ello si alzerà.
Andrà allo specchio nel bagno e si vedrà trovandosi mica male per quel momento, di colpo, una notte.

- Mica male.

Mica male. Mica male, penserà.

- Eh.
- Per avere gli anni che ho.
- Oh.
- Mica male.

Malevola tanto è la natura, quanto amorevolmente protettiva è la nostra cecità.


Gipi, unastoria, Coconino Press, Bologna, 2013. 

sabato 2 novembre 2013

Dikij-Barin

In quell'uomo c'era molto di misterioso, si sarebbe detto che forze possenti riposassero pacatamente in lui come consapevoli che una volta scatenate avrebbero distrutto una volta per tutte sè stesse e tutto ciò che toccavano; o sto facendo un errore madornale oppure nella vita di quell'uomo si doveva già essere verificata una simile esplosione e quindi, erudito dall'esperienza e salvato per un pelo dalla morte, egli si dominava inesorabilmente e si controllava a bacchetta. In lui mi colpiva particolarmente la fusione di una ferocia innata, naturale e di una nobiltà ugualmente innata, una fusione che non avevo mai trovato in nessuno altro.

Turgenev, I. S., I cantori, in Memorie di un cacciatore, tr. it. di Fasanelli, M. R., Milano, Garzanti, 1991.

domenica 13 ottobre 2013

Padri e figli (ma in questo caso, la madre)


Arina Vlàs'evna era una vera rappresentante della nobiltà russa di una volta, avrebbe dovuto vivere almeno duecento anni prima, nell'antica epoca moscovita. Era molto pia e sensibile, credeva a tutti i presagi, alle carte e ad altri pronostici, agli scongiuri, ai sogni; credeva alle profezie dei mendichi scemi, al domovòj, al lešij, agli incontri con gli iettatori, alle medicine del popolino, al sale dei giovedì, alla prossima fine del mondo; credeva che se nessuna candela si spegne in chiesa la notte della domenica di Pasqua crescerà bene il grano saraceno, e che il fungo non cresce più se l'ha sfiorato lo sguardo umano; credeva che il diavolo si indugi volentieri presso l'acqua e che ogni ebreo ha una macchiolina di sangue sul petto; temeva i sorci, le bisce, le rane, i passeri, le sanguisughe, il tuono, l'acqua fredda, la corrente d'aria, i cavalli, i caproni, le persone dai capelli rossi ed i gatti neri, considerava bestie immonde i grilli ed i cani; non mangiava carne di vitello, né piccioni, né gamberi, né formaggio, né asparagi, né topinamburi, né lepri, né angurie, perché un'anguria con il taglio ricorda la testa mozzata di San Giovanni Battista; delle ostriche non parlava che con ribrezzo; era burbanzosa e osservava severamente le quaresime; dormiva dieci ore su ventiquattro e non si coricava affatto quando Vasilij Ivànovič aveva mal di testa.

Domovòj: Spirito della casa.

Lešij: Spirito del bosco.

Burbanza: Dimostrazione odiosa di superiorità insultante, con più o meno boria o bruschezza. Tiene anco, nel suono, del Borioso e del Brusco e del Burbero. E la B di per sè denota enfiamento d'orgoglio. Consiste più ne' modi che ne' pensieri, e neì sentimenti.

Vasilij Ivànovič: Marito di Arina Vlàs'evna



Turgenev, I. S., Padri e figli, trad. it. di Malavasi, L. S., note di Lo Gatto, S., Milano, Garzanti, 1973

sabato 21 settembre 2013

Der Esel, der Affe und der Maulwurf




Erra, dicea la Scimmia, chi natura
e la sua provvidenza tanto loda;
verso di noi mostrossi o cieca o dura:
come ? Non darci un palmo almen di coda?
Fino i topi, di coda ella ha provvisti;
a noi manca; ond’è che con maligno
occhio ogni giorno gli animali tristi
ci guardan dietro, e poi ci fanno un ghigno.

L’Asin risponde: io non la stimo niente;
a che mi val ? Perché di ragazzacci
con mille insulti un stuolo impenitente
le spine sotto quella ognor mi cacci?
E’ una disgrazia il non aver le corna:
ah son le corna pur la bella cosa!
Rimira il bue, che n’ha la testa adorna,
che faccia alza sublime e maestosa
E capri, e agnelli, e s’altra inutil v’è
bestia, di corna fia dunque guernita?
E non l’avrà una bestia come me?
Non me ne darò pace in fin che ho vita.

Li udì una Talpa, e lor gridò: tacete,
e per conoscer ben fin dove arriva
vostra ingiusta follia, bestie indiscrete,
guardate me, che sono di vista priva.
Chi viver vuol tranquillo i giorni sui,
non conti quanti son di lui più lieti,
ma quanto son più miseri di lui.

Pignotti, L., Favole e novelle del dottor Lorenzo Pignotti / nuova edizione napoletana diligentemente corretta e riveduta, Napoli, 1830, Da’ torchi di R. di Napoli.



giovedì 4 luglio 2013

Putsch

Io sono un reazionario.

martedì 2 luglio 2013

Basterebbe poco

Beatus ille qui procul negotiis,
Ut prisca gens mortalium,
Paterna rura bobus exercet suis,
Solutus omni foenore!



domenica 16 giugno 2013

Frammenti ritrovati dalla sorella di Nietsche

Facile esse dionisiaco co' quadrini di quegl'altri.


sabato 15 giugno 2013

Lezioni

Chi vuole imparare come si scrive, legga:
Montanelli, I., Gli incontri, Milano, Rizzoli, 1962.

martedì 4 giugno 2013

Il guanciale

Chi sostiene che il guanciale è bianco in quanto appartiene al paesaggio notturno, né più né meno della luna, non tiene conto di quanto allegra possa esserne la vista alla piena luce del giorno, appena lo si scopra scostando il copriletto. Fresco e candido e paffuto, s'affaccia al capezzale, come per dire che durante il giorno il re del letto è lui, lui il padrone di quella distesa liscia e soffice. A differenza della luna che ha bisogno del buio per brillare, il guanciale porta in sé la promessa della notte - intesa come sollievo, morbidezza, crogiolamento, intimità - e insieme la luce che la rischiara. Chi tenta di dare al guanciale una descrizione oggettiva, inevitabilmente fallisce. Si può provare a dire che è la sola forma al mondo che unisca la stabilità del quadrato (o meglio del rettangolo) e la pienezza della sfera (o comunque d'un corpo convesso e curvo in tutta la sua superficie), la saldezza d'un isola e la duttilità d'una nuvola.

Calvino, I., Il guanciale, in FMR, n.13, maggio 1993.

mercoledì 29 maggio 2013

sabato 4 maggio 2013

is C.R.M. dissolved?

Ma non avevamo ormai già dato per scontato che la m****a è m****a?
Allora perché mi riproponete la fuffa spacciandola per pregio?
Ipocriti! Sepolcri imbiancati! Falsibordoni!
Esimetemi, per lo meno, dal gridare che la m****a è m****a! Lasciate che lo pensi sottovoce.



P.S.
Io ri-desidero che mi si ri-uccida.

mercoledì 1 maggio 2013

Preterintenzione

Delle gioie la più preziosa e la più deliziosa è quella che il romanzo ci tace e ci nasconde.

Chrétien de Troyes,Lancillotto e Ginevra, da Lancelot o Le chevalier à la charrette

mercoledì 24 aprile 2013

La verità

La verità - quella lunga linea pulita, netta, semplice, costante, diritta, incontestabile, risplendente, da una parte della quale il nero è nero mentre dall'altra il bianco è bianco - è adesso diventata una mera angolazione, un punto di vista che non ha niente a che fare con la verità e nemmeno con i fatti, ma dipende unicamente da dove ci si trova quando li si osserva. O anzi - ancora meglio - da dove si riesce a fare in modo che si trovi colui che si sta cercando di imbrogliare o di confondere.

Faulkner, W., Privacy, Milano, Adelphi, 2003

venerdì 5 aprile 2013

... pruni e dura càrice

Il mio comodo? A ben vedere è una prunaca. Mi durasse, per carità, ma è pur sempre una prunaca.

Spunto per un romanzo

Queste mura hanno orecchie!

mercoledì 20 marzo 2013

Gott/Bettler

O ein Gott ist der Mensch, wenn er träumt, ein Bettler, wenn er nachdenkt.

[L'uomo è un Dio quando sogna ed un mendicante quando riflette].

Ecco spiegati, magistralmente, i miei sbalzi d'umore.

lunedì 4 marzo 2013

Eh, già.

Itaque qui se existimat stare, videat ne cadat.