Sono piccolo. Avrò si e no sei anni. E’ un piovoso e freddo giovedì di novembre e la zia mi porta in chiesa per le litanie. Inginocchiate nella penombra, appena rischiarata da una teoria di candele accese sotto l’altare della Madonna Lauretana, un gruppo di vecchiette guidate da una più ardita, si ritrovano in preghiera:
“Kyrie, eleison”, quella dice.
“Christe, eleison”, le altre rispondono.
“Fili, Redemptor mundi, Deus”, quella riparte.
“Miserere nobis”, subito pronte rispondono.
E poi via, ancora, con mille aggettivi diversi per la Madonna: “Mater purissima, intemerata, admirabilis, boni consilii ... Virgo prudentissima, Speculum iustitiae, Sede sapientiae, Causa nostrae letitiae, Turris eburnea, Fèderis arca, Janua coeli, Salus infirmorum ...”.
Come può un bambino non rimanere affascinato dal ritmo, dal sincronismo, da quella nenia che abbraccia e consola ? E da tutti quei nomi che pian piano la vecchina snocciola uno dietro l’altro : San Luigi Gonzaga, Sant’Antonio da Padova, Santa Rita da Cascia ... chi sono ? Che volto hanno ?
E’ da allora che mi è rimasta questa curiosità, questa volontà di associare al nome un volto, una immagine. Un po’ come si fa con le figurine dei calciatori.
Ecco, questo libro* va considerato quasi come fosse un album Panini delle figurine, dove al posto dei giocatori ci sono Santi e Madonne. Quelli che noi toscani spesso chiamiamo a testimoni delle nostre disavventure invocandoli con le peggio bestemmie mai pronunciabili.
E forse va considerato anche qualcosa di più, perchè ognuna di queste medagliette è stata appuntata ad una camiciola, ad una canottiera della salute, ad una liseuse di educanda, perchè fornisse continuo decoro e protezione a chi l’indossava. Quanti cuori hanno palpitato sul recto di queste medaglie e ad esse si sono affidati, aggrappati, sostenuti? Uomini e donne di ogni età, con i loro sospiri, le loro suppliche, i loro affanni, hanno creduto al potere taumaturgico ed apotropaico di queste medagliette d’alluminio.
A loro va il mio pensiero, a chi con la forza della fede invocava la benedizione celeste od il placarsi dell’ira divina. Ed a chi mi ricordava ogni mattina, prima d’uscire di casa, di farmi il segno della croce.
* In corso di pubblicazione, presso l'autore.
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