L'elenco o catalogo non riempie uno spazio, che di per sé sarebbe neutro, con apparenze significative, con pertinenze, evidenze, particolari che saltano all'occhio. Allinea nomi di cose o persone, o luoghi. Fa in un certo qual senso vedere per eccesso di flatus vocis, come se l'orecchio assegnasse all'occhio parte del compito, troppo faticoso, di tenere a mente tutto quello che ode, o l'immaginazione si sforzasse di costruire un luogo in cui possano trovare alloggio tutte le cose nominate. L'elenco, nella sua immediata prepotenza, farebbe vedere anche a un cieco, è una ipotiposi Braille.
Eco, U., Les sémaphores sous la pluie, già in Sulla Letteratura, Milano, Bompiani, ed ora leggibile su
http://www.golemindispensabile.it/index.php?_idnodo=8702
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