lunedì 25 maggio 2009

All'amica risanata


Ieri (anzi: jeri) tentavo una conversazione con l'amica D. tra un'urleria di bambini, i doveri sociali verso gli altri genitori e la regia (si, si, proprio la regìa) di una festicciola in giardino.

Dopo la centesima interruzione il discorso s'è spento da solo e quindi lo riprendo qui, brevissimamente, e lo concludo. Dicevo:

"... tua sorella, avida consumatrice di telefilm americani, t'avrebbe senz'altro detto che di fronte alla rivelazione di una diagnosi infausta, l'essere umano passa cinque fasi canoniche:

1) Negazione - Non è vero, le analisi sono sbagliate, devono essere sbagliate.

2) Rabbia - Ma perchè proprio a me e non a quella vacca della mia vicina ?

3) Negoziazione - Vediamo di scendere a patti: quanti mesi ? E se piglio tutte le medicine, quanto allungo la vita ?

4) Depressione - E vorrei vedere ...

5) Accettazione - Presa di coscienza."

Però una cosa sono riuscito ad affermare, con la solita assolutezza che mi contraddistingue. Mai e poi mai, guai al mondo, per nessuna ragione cercare su internet sintomatologie e prognosi su malattie che si teme di avere. E questo, almeno, per tre ordini di motivi.

"... Di più, a pensarci bene, molti di più".

Ma questo ce lo siamo detti.


Kübler-Ross, E., On Death and Dying, The MacMillan Co., London, 1969

1 commento:

C.P. ha detto...

Sì, infatti sono uscita dalla toeletta con in mente l'inizio di frase [tua] che aveva accompagnato il mio introdurmi[ci]:"Tua sorella...".
Dopodichè ero tornata a casa senza saperne il prosieguo.
Mai e poi mai!, per 3 ordini di motivi [che conosciamo].