venerdì 21 settembre 2018

Ricordando Ceronetti

Il tatuaggio era il segno dell'uomo in carcere, l'arte lugubre dei reclusi e dei condannati. Che sia diventato arte e fenomeno di massa senza distinzioni può indicare questo: che la carcerazione perpetua è ormai una condizione stabile, che non ci sono più differenze tra la prigione, la via di fuori, la casa. Gioventù tatuata è gioventù che si vuole ammanettata, che ha terrore di essere libera.



Ceronetti, G., Insetti senza frontiere, Milano, Adelphi, 2009.

mercoledì 4 luglio 2018

L'odi?

Di che soffre l'universo?
Della nostra avarizia di lodi.
Le stagioni, i passeggeri della metropolitana, i monumenti negletti, i postelegrafonici, i pesci - tutti, insomma, ci consumiamo nell'attesa spesso vana di venir lodati. Per questo l'aspetto dei più è languente e poco affabile: la lode ristora e vivifica, l'assenza di lodi rinsecchisce e immiserisce. All'arte, si sa, alcuni hanno assegnato il compito di denigrare la realtà, o almeno di muoverle delle obiezioni; ma io credo, invece, che elogiare e celebrare ciò che merita di essere celebrato ed elogiato, ed eventualmente anche ciò che non lo merita, sia stata una delle funzioni più lodevoli e degne d'encomio da essa assolte.

Franco Maria Ricci, editoriale in FMR, n. 39, febbraio 1986.

martedì 26 giugno 2018

Ancora da Ceronetti

L'informazione si è assolutizzata. Non si sarà più informati su niente. Non essere informati [...] protegge la ragione.

Ceronetti, G., L'occhio del barbagianni, Milano, Adelphi, 2014.

martedì 19 giugno 2018

Avviso ai naviganti

Il Prepuzio cosmico è venuto e ha steso sul mondo la sua infetta pellicola. Tutti nasciamo maschi incirconcisi di cuore. Non c'è circoncisione che la strappi via, non c'è laser che annienti questa fimosi. Tutta l'incapsulante Internet è prepuzio imprepuziatore d'anime: blocca i canali della verità e li sostituisce con i propri. Sappiate a chi date in pasto i vostri figli.

Ceronetti, G., Insetti senza frontiere, Milano, Adelphi, 2009.

mercoledì 9 maggio 2018

On TV shows about antiques

These programs persists - and often succeed - despite mounting evidence that younger people are uninterested in amassing domestic effects. For many millennials, products are considered inferior to services. This makes sense, given the sort of objects that now animate and enable contemporary life. Who could ever cherish a smartphone, knowing that its obsolescence is part of its marketing plan?

Petrusich, A., Mining gold, in The New Yorker, Dec. 4th 2017, pg. 78.

martedì 24 aprile 2018

Marginalia sulle Reliquie 2

E' indubbio che molte di queste istituzioni religiose non avessero nulla di religioso se non il nome, e che fossero piene zeppe di monaci pigri, indolenti e sensuali. E' indubbio che vessassero il popolo in tutti i modi possibili e immaginabili; e che vi fossero delle statue mosse da fili, che fingevano fossero miracolosamente mosse dal Cielo; che possedessero tra di loro montagne e montagne di denti che sostenevano provenissero dalle teste dei santi, i quali dovevano davvero essere gente straordinaria con quell'enorme dotazione di mole per masticare; che possedessero pezzi di carbone che sostenevano avessero fritto San Lorenzo, e frammenti di unghie dei piedi che affermavano fossero appartenute ad altri santi famosi; e poi temperini, sandali, e cinture, tutta roba che, dicevano fosse appartenuta ad altri santi; e che tutta quella spazzatura la chiamavano "reliquie", che venivano adorate dalla gente ignorante.

Dickens, C., Donne, estratto da A Child's History of England, a cura di Crescenzi, L, Fidenza, Mattioli1885, 2017.

mercoledì 18 aprile 2018

Marginalia sulle Reliquie 1

[...] una borghesia di affittacamere, di coronari, di antiquari, che vendono tutto, coscienza, santità, erudizione, reliquie di martiri, false reliquie di Scipioni, e donne vere; un ceto di monsignori e abati in mantelline e fogge di più colori, che anch’esso compra e vende e vive di tutto; un’aristocrazia di guardiaportoni; una società che in alto e in basso, nel sacro e nel profano, nel tempio e nel tribunale, nella famiglia e nella scuola vive […] come la più impudicamente scettica, la più squisitamente immorale, la più serenamente incredula e insensibile a tutto che di sublime, di virtuoso, d’umano possono credere, vagheggiare, adorare o sognare le altre genti.

G. Carducci nella Prefazione a Pesci, U., Come siamo entrati a Roma, Milano, Ricordi, 1895.

giovedì 4 gennaio 2018

Coincidentia oppositorum

Ogni delettazione non veggiamo consistere in altro, che in certo transito, camino e moto. Atteso che fastidioso e triste è il stato de la fame; dispiacevole e grave è il stato della sazietà: ma quello che ne deletta, è il moto da l'uno a l'altro. Il stato del venereo ardore ne tormenta, il stato dell'isfogata libidine ne contrista: ma quel che ne appaga è il transito da l'uno stato a l'altro. In nullo esser presente si trova piacere, se il passato non n'è venuto in fastidio.

Giordano Bruno, Spaccio de la bestia trionfante / Expulsion de la bête triomphante, Paris, Les Belles Lettres, 1999. Letto in Ordine, N., La cabala dell'asino. Asinità e conoscenza in Giordano Bruno. Nuova edizione accresciuta, Milano, La Nave di Teseo, 2017.

martedì 2 gennaio 2018

Poveri noi

I risparmiatori italiani sanno veramente poco di concetti come rendimento composto, rendimento in termini reali (al netto dell'inflazione), o diversificazione del rischio. Sanno certamente molto meno di questi argomenti di quanto non ne sappiano i risparmiatori svedesi, danesi, olandesi e svizzeri, e purtroppo nessuno sembra preoccuparsene.
Non se ne preoccupano i politici, che vedono nella parsimonia delle famiglie il modo più sicuro per garantire la stabilità finanziaria necessaria per gestire a costi sopportabili il debito pubblico. Non se ne preoccupano gli intermediari finanziari, che lucrano sull'ignoranza delle famiglie, ad esempio pagando interessi risibili sui depositi ed investendo le somme da queste depositate in titoli del debito pubblico. Non se ne preoccupa un'opinione pubblica che non è in grado di cogliere l'esistenza stessa del problema. Non se ne preoccupano certo quei risparmiatori che, avendo buone conoscenze di finanza, traggono beneficio dall'operare in un contesto in cui i piccoli risparmiatori finiscono per farsi carico delle inefficienze sia della cosa pubblica sia dell'intermediazione finanziaria.
L'ignoranza finanziaria è quindi considerata una virtù da chi - mondo politico e finanza - ne trae beneficio.

Della Zuana, G., Weber, G., Cose da non credere. Il senso comune alla prova dei numeri, Bari, Laterza, 2011.