giovedì 18 giugno 2009

Appunti

"... fin dai tempi più antichi [...] l'arte funeraria ha manifestato le credenze metafisiche dell'uomo in modo più diretto e più inequivocabile di qualsiasi altra forma di espressione artistica.
Gli antichi egizi desideravano provvedere al futuro del morto, anzichè glorificarne la vita passata. Le statue ed i rilievi funerari [...] avevano lo scopo di provvedere l'estinto di tutto quanto gli fosse necessario nell'oltretomba. [...] L'immobilità stessa delle statue egizie testimonia del fatto che non avevano lo scopo di ritrarre un essere umano dotato di vita propria, ma di ricostruire per sempre un corpo umano che attendeva di essere rimesso in vita da una potenza magica.
I greci, più preoccupati della vita sulla terra che della vita nell'al di là, ed avvezzi a bruciare i loro morti anzichè mummificarli, rovesciarono questa concezione. [...] E l'arte sepolcrale divenne, conseguentemente retrospettiva e rappresentativa, mentre l'arte sepolcrale egizia era stata pro-spettiva e magica.
[...] Col declino della civiltà classica [...] l'arte funeraria tornò a focalizzarsi sul futuro anzichè sul passato. Ma il futuro veniva ora concepito come piano di transizione ad un piano di esistenza del tutto diverso, e non come pura continuazione della vita sulla terra. [...] La vita eterna era garantita dalla fede e dalla speranza, anzichè dalla magia, e veniva concepita non come perpetuazione della personalità nella sua completezza, ma come ascensione dell'anima immortale."

Panofsky, E., Studi di iconologia, Einaudi, Torino, 1975.

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