Se mi permettete vorrei condividere con voi uno spunto per riflettere sulla ricchissima funzione metaforica dell'acqua e della parola fonte.
Mi è venuta in mente, reminiscenza degli studi di diritto romano, la descrizione delle XII tavole data da Pomponio.
[Per inciso: non ricordavo affatto che fosse Pomponio, nè che si trovasse in Dig. 1, 2, 2, 6. L'ho trovato su internet].
Dalle XII tavole, insomma, egli scrisse, fluere coepit jus civile. Da quella prima raccolta di leggi scritte, inizia a scorrere il ricco fiume del diritto civile.
E non ho dimenticato neppure Dante che prega la Vergine dicendole "sei di speranza fontana vivace".
Acqua come elemento di divisione tra la vita e la morte (spartiacque, si potrebbe dire), acqua come fonte salvifica, acqua come sorgente di diritto, acqua come zampillo di speranza.
Da qui credo che si possa partire. Ecco.
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