martedì 15 settembre 2009

A neat desk is the sign of an empty mind


Stimolato da una riflessione dell'amica F. ripenso al mio fanatismo per la carta e per la conservazione di lettere, appunti, fogliacci, scontrini, stampe e documenti in genere.

Da quando ho raggiunto l'età della ragione (ammesso che l'abbia raggiunta) ho tentato di conservare in un più o meno ordinato archivio gran parte della carta che in qualche modo mi è passata per le mani. La corrispondenza con tutti quelli ai quali ho rotto le scatole, le fatture ed i conti dei lavori fatti in casa, gli appunti presi per ragioni di studio e quasi tutto quello che ho ritenuto non degno d'essere buttato.

Ciò, naturalmente, nella vana speranza di poter fermare il tempo, di poter cristallizzare l'attimo attraverso una sua propaggine cartacea. Nell'illusione di poter rivivere, nella mente degli altri, attraverso queste testimonianze (perchè è bello, doppo il morire, vivere anchora).

Ma che palle… ma a chi interessa… ma basta… Ffffff...
Davvero non ho altro di meglio da scrivere su questo blog ? Come spero di competere con la levità di D. ? Con un tentativo mal riuscito di descrivere una mia mania, peraltro comune e noiosa ?

Ai fichi, ai fichi.

Sì, sì. Ai fichi.

sabato 12 settembre 2009

Luca 15:11,32

Qualcuno mi spieghi, se può, perchè il figlio maggiore non si deve imbelvire quando il padre festeggia il ritorno del figliuol prodigo.

Capisco che la parabola vada vista dalla parte dello sperperone e che mostri la misericordia di Nostro Signore anche verso i peccatori più abietti. Ma nessuno mi ha mai chiarito il pensiero di quel poveraccio che ha sempre lavorato come un cane e che non ha mai avuto nemmeno un capretto per festeggiare con i propri amici.

Perchè non urla : "Ma vai in c*** te e il vitello grasso !". ?

Indeficienter

Novant'anni or sono, alla guida di un manipolo costituito da 2500 legionari, mutilato di guerra e febbricitante, entrò in Fiume il Comandante Gabriele d'Annunzio.

Per anni vista come anteprima dello stato fascista, l'esperienza di Fiume d'Italia e della Reggenza Italiana del Carnaro è in realtà uno dei primi esperimenti di stato socialista. Basti dire, tra l'altro, che la sua Costituzione (la prima costituzione moderna d'Europa) fu redatta per la parte giuridica da Alceste de Ambris, sindacalista rivoluzionario di primissimo livello. D'Annunzio si occupò di riscriverla in chiave poetica e di aggiungere ciò che a suo parere mancava.

Di seguito riporto un estratto dell'articolo 18, intitolato "Delle Corporazioni"

Art. XVIII DELLE CORPORAZIONI

[…] La decima [corporazione] non ha arte né novero né vocabolo. La sua pienezza è attesa come quella della decima Musa. È riservata alle forze misteriose del popolo in travaglio e in ascendimento. È quasi una figura votiva consacrata al genio ignoto, all'apparizione dell'uomo novissimo, alle trasfigurazioni ideali delle opere e dei giorni, alla compiuta liberazione dello spirito sopra l'ànsito penoso e il sudore di sangue. È rappresentata, nel santuario civico, da una lampada ardente che porta inscritta un'antica parola toscana dell'epoca dei Comuni, stupenda allusione a una forma spiritualizzata del lavoro umano: "Fatica senza fatica".

Tenete a mente che si tratta di un testo giuridico, di un atto fondante il potere di uno stato, di una Costituzione. Per carità. Per carità.

venerdì 11 settembre 2009

Debolino ?


Ho scritto tre post. E poi li ho cancellati tutti e tre, perchè non mi son piaciuti.

Volevo dire due cose sull'inaugurazione di ieri a Pietrasanta della bella scultura di Stanley. Ma poi mi sono reso conto che cadevo nel tritello della solita polemica inutile sugli amministratori locali.

Volevo riportare una modesta riflessione su San Francesco e su come - oltre alla povertà - egli abbia spostato l'accento sull'uomo, sugli animali e sulle piante, in una concezione del mondo che aveva sempre ignorato la spiritualità della natura.

Volevo trasmettervi l'emozione di una visita nello studio di Paolo e lo sbalordimento provato nel vedere i suoi ultimi lavori.

In realtà ... a dirla tutta ... volevo rientrare in ballo sul blog come ha fatto D. Volevo farle capire che ci sono anch'io, che se lei apre la pista io la seguo, che mi basta un piccolo colpetto sulla spalla per ricominciare. Volevo prometterle di rincorrerla a perdifiato in questa nuova stagione posticcia (di post, voglio dire).

Ma non m'è riuscito. Ho buttato via tutto perchè mi sono accorto che si trattava di minestra riscaldata, di ciurleria nel manico, di menaggio del cane per l'aia.

Mah. Si guarderà come va a finire.

martedì 1 settembre 2009

I dì protrar torpidi


Il primo fine settimana a Formentera, l’altro una puntatina a Cap Ferrat a casa del Cinci, Ferragosto in campagna perchè fa troppo caldo e l’ultima d’agosto in Sardegna che lì il mare è impareggiabile.

Ma che, le chiamate vacanze queste ? O balordi !?! La vera vacanza l’ho fatta io. Altro che storie.

Orario d’ufficio, con straordinari, al Bagno Assunta di Forte dei Marmi: cartellino d’entrata timbrato alle 09.30 e rientro a casa non prima delle 20.30. Giornate indimenticabili passate a far poco e nulla. Altro che storie.

Giulio che ci svegliava affamatissimo verso le sette e mezzo, rapide operazioni di vestizione e via dalla Nicolina a comprare un chilo e mezzo di schiacciata. Con i semi di girasole, ai cereali, con i pistacchi, in ognuna delle varianti proposte dalla premiata forneria Bertozzi.

Poi basta. Fine della giornata. Nient’altro da fare. Altro che storie. Quello della schiacciata era l’unico impegno - fisso ed improrogabile - della giornata. Il resto era lasciato all’occasione, all’evenienza, all’incertezza. Telefono spento ed email solo per cinque minuti la sera. Chi ci voleva ci trovava sotto l’ombrellone.

E ci hanno trovato in tanti, a dire il vero. La mia sorella quasi ogni giorno per il pranzo; Nada e Paolo un paio di volte a gustare i pranzi sotto il capanno della Gloria; Lidia con il signor Christian e Valentina per un pomeriggio di mare rubato alla noia; Cosimo per un mordi e fuggi da Firenze; la Dania con quasi tutta la truppa, e molti altri che mi scuseranno per non averli qui menzionati.

E poi ? E poi grandi dormite sotto l’ombrellone conciliate da letture più o meno scelte, da ostiche definizioni de La Settimana Enigmistica (il passatempo più sano ed economico) da chiacchiere da spiaggia con la signora Marisa.

Ma oltre a quello, per carità, quasi dimenticavo, abbiamo riesumato dal bagaglio delle nostre esperienze di fanciulli il meraviglioso passatempo della pista per le palline. Anzi, mi correggo, il Giuoco delle Biglie da Spiaggia, per il quale - allo scopo di sedare gli acri litigi tra i partecipanti - abbiamo persino redatto un apposito regolamento in triplice copia. Altro che storie.

E l’abbronzatura ? Invidiabile, grazie. Dovuta alle molte ore passate a cercar reginelle, a sciacquettarmi nel mare con Giulio avido di tuffi, a lunghe conversazioni con la ciurma dei bagnini. Macchè lettini, macchè olio solare, macchè protezione 50. Noi fortemarmini con più di trent’anni non ci siamo mai sbiaccati di crema presole, postsole, emolliente. Altro che storie. Pellaccia ruvida e spellata, peli sbionditi dal sole, acqua salata come tonico rinfrescante. Al massimo una sciacquata sotto la doccia fredda. Come dicevo. Altro che storie.

E l’ultimo giorno passato in riva al mare, con lo sguardo fisso all'albasia dei giorni alcionii, senza batter ciglio, senza altro guardare.

Perchè tra qualche mese, nelle sere pungenti e piovose d’inverno possa rivedere, tra i grilli del focolare, quel sole caldo che tramonta, quel luccichìo a pelo d’acqua, quell’orma sulla sabbia che bagnata dall’acqua riluce.

Altro che storie.