lunedì 22 settembre 2008

Fànfole

La famiglia Maraini ha vocazione artistica da lunga data. Antonio Maraini è stato un vigoroso scultore del novecento, con al suo attivo la direzione - se non erro - della biennale di Venezia e la realizzazione della nuova scala d'accesso ai Musei Vaticani.
Dacia Maraini, nepote del precedente, è nota scrittrice contemporanea. Nel mezzo ci sta Fosco Maraini, caparbio e tenace orientalista ed etnologo. Pur di non giurare fedeltà al fascismo mi pare che, chiuso in un campo di concentramento in Giappone, si fece tagliare un dito.

[Non me lo ricordavo bene, ma ho controllato su Wikipedia. E' vero].

Ricordo invece una poesia straordinaria di Fosco, che si trova all'interno di un libro ancor più straordinario: "La Gnosi delle Fànfole".
Si tratta di un componimento metasemantico, ossia di un testo che sta al di là del significato. Ma, come leggerete, dice molto ma molto di più.


Ci son dei giorni smègi e lombidiòsi
col cielo d’agro e un fonzero gongruto
Ci son meriggi gnàlidi e budriosi
che plogidan sul mondo infragelluto.

Ma oggi e’ un giorno a zimpagi e zirlecchi
un giorno tutto gnacchi e timparlini,
le nuvole buzillano, i bernecchi
luderchiano coi fèrnagi tra i pini.

E’ un giorno per le vànvere, un festicchio
un giorno carmidioso e prodigiero
è il giorno a cantilegi, ad urlapicchio,
in cui m’hai detto "t’amo per davvero".



Tant'è.

Maraini, F., Le Fanfole, De Donato, Bari, 1966
Maraini, F., Gnòsi delle Fanfole, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 1994.

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