venerdì 26 settembre 2008

Flask

Inizio con questo post la dimostrazione che nel gigantesco romanzo di Melville c'è pane per tutti i denti. Persino per le mie misere categorie del blog.
La prima, Déjeuner célèbres, potrebbe essere meglio rappresentata dal Capitolo V, che si intitola "Colazione". Ma sarebbe troppo scontato. Per questo ho scelto un brano diverso, che in coda strappa un sorriso. Ho già pronte le altre prove a sostegno della mia tesi; sono salvate come bozze e pronte per la pubblicazione. Ma le lascio per i giorni prossimi, quando vi scriverò dalla riva del mare.


Flask era l'ultimo a scendere a pranzo e Flask era il primo a risalire. Pensate! Poiché così il pranzo di Flask veniva malamente strozzato nel tempo. Starbuck e Stubb, tutti e due avevano il vantaggio dell'inizio e ancora il privilegio di indugiare in coda. E se poi succede che Stubb, soltanto di poco più in alto che Flask, abbia poco appetito e mostri presto sintomi che sta per terminare, allora Flask deve darsi d'attorno, non riesce quel giorno a trangugiare più di tre bocconi, poiché è contro la sacra usanza che Stubb preceda Flask in coperta. Fu per questo che Flask ammise una volta in privato che, da quando era salito alla dignità di ufficiale, da allora non aveva mai saputo che cosa fosse non essere più o meno affamato. Poichè quel che mangiava serviva non tanto a cavargli la fame quanto a conservargliela immortale.

Melville, H., Moby Dick, Adelphi, Milano, 1994.

[Cap. XXXIV, Della tavola nella cabina, pag. 181]

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