giovedì 16 ottobre 2008

Lo sticchio

Visitare la Sicilia senza aver letto Sciascia è folle. Si ha la garanzia di non capire nulla. Leggendolo, invece, si mette per lo meno a fuoco che esiste un metalinguaggio fatto di silenzi, di pause e di parole che hanno sempre un significato ulteriore.
Quando si ricorre ad un linguaggio criptato lo si fa solitamente a scopi difensivi. E la Sicilia, violentata nei secoli da ogni razza d'invasore, ha costruito un sistema linguistico chiuso ed inaccessibile, dove il silenzio parla più delle parole e dove il genere maschile indica spesso attributi femminili.
Basti riflettere sul fatto che - sempre con rispetto parlando, per carità - il pene è chiamato la minchia, mentre la ... candida rosa ha un nome maschile. Che ha dato il titolo a questo post.

[Per inciso: io l'ho saputo ad agosto. E' da allora che volevo dirlo a qualcuno].

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La forte sinenstesia del linguaggio siculo ha sede nell'animo policromo di noi Siciliani, e più che di "metalinguaggio" fatto di silenzi inaccessibili, parlerei di metonimie e coloriture dialettali non minolitiche...Non gerarchizzerei "La" oppure "Lo" secondo il sesso, non è del tutto fondata la tua spiegazione...
Concludendo, si, è vero, tanta gente ha dominato la Sicilia, essa ha subito tante violenze, ma lo spirito siciliano è rimasto libero da ogni dominazione e imposizione. Noi Siciliani abbiamo preso le lingue che gli stranieri portarono e imposero, le abbiamo trasformate e rese siciliane, come oggi ci appaiono.
Questo comportamento come tanti altri ha fatto si che in qualche modo siano stati i siciliani a dominare i conquistatori tenendo salda la propria identità di appartenenza.

Solus ad Solam ha detto...

Gentile Anonimo,

anzitutto la ringrazio per il commento e per le precisazioni. Mi trovo quasi del tutto d'accordo con lei.
Scrivo "quasi" perchè non sono sicuro di capire a fondo alcune cose. In particolare mi è oscuro quanto lei definisce "coloriture dialettali non minolitiche".
In ogni caso mi fa molto piacere aver letto il suo punto di vista e le sono grato per il tempo che ha voluto dedicare a questa mia riflessione.

Cordiali saluti