mercoledì 5 novembre 2008

Proto

Lunedì mattina (che non lavoro) e nelle pause pranzo (come ora che è il tocco e mezzo) ho riguardato le bozze di un nuovo dizionario che uscirà entro la fine dell'anno. Non sono molto d'accordo col metodo scelto per l'elencazione delle parole, ma essendomi stato chiesto solo di correggere gli eventuali errori di stompa, limito il mio intervento a quanto strettamente necessario.
Tre giorni di full immersion nel nostro dialetto versiliese mi hanno rimesso al mondo. Credo che sia stato buffo sentirmi parlare, qui a Firenze e in questi giorni, con una dovizia di vocaboli presi dal nostro lessico.
In coda al dizionario c'è un elenco di filastrocche, modi di dire e proverbi. Ve ne lascio tre che mi hanno particolarmente divertito:

"Arosto c'un ti tocca, lascilo brugià"

"Chi vòle 'mpara' a bestemmia', porti tre legni senza legalli"

"E' méglio pióvi óggi che ne le méglio giornate"

Quest'ultimo attribuito all'indimenticabile Silvano Alessandrini.

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