mercoledì 24 dicembre 2008

God bless us, everyone

Una visita di Santo Nicola
(Era la vigilia di Natale)

Libera traduzione ed adattamento da A visit from St. Nicholas, (meglio conosciuta con 'Twas the night Before Christmas) di Clement Clarke Moore.


Era la vigilia di Natale e a Monterivecchi
nessun si muoveva, neppur di sottecchi.
Le calze appese lungo le scale
attendevan l’arrivo di Babbo Natale

Ada dormiva nel letto serena
sognandosi i dolci mangiati per cena
e mamma Lucilla con Ciccio suo sposo
si preparavan al lieto riposo

quando un forte rumore si udì sopra il tetto
corsi a vedere saltando dal letto
andai alla finestra così di filata
e cercai di guardare attraverso la grata.

La luna splendeva sui colli e sui clivi
rendendo d’argento cipressi ed ulivi
quando … laggiù nella nebbia a tratti men fitta
vidi otto renne ed una piccola slitta.

D’un tratto mi venne il cuore alla gola
quello era senz’altro Santo Nicola !
Più svelte dei lampi, più forti dei tuoni
chiamava le renne scandendone i nomi

Vai Dasher, Vai Dancer !
Su Prancer e Vixen !
Dai Comet ! Dai Cupid !
Via Donner e Blitzen !
Lassù sulla torre !
Sul punto più alto !
Ed ora, su, tutte ! L’ultimo salto !


Come foglie secche dal vento portate,
che incontrando l’ostacolo fanno impennate
così atterrarono innanzi ai miei occhi
San Nicola e la slitta con tutti i balocchi.

E tutto d’un tratto sentii sopra i tetti
il suono ovattato dei lor zoccoletti.
Ancor non mi ero del tutto voltato
che Santo Nicola s’era già presentato.

Vestito in pelliccia dai piedi alla testa,
Colla vecchia uniforme del giorno di festa,
Avea sulle spalle un sacco di iuta
e lieto ridea colla faccia barbuta

La faccia contenta, dagli occhi uno sprizzo
due rose le gote, il naso rubizzo.
Dalla bocca sortì una sincera risata
la barba sul mento era neve ovattata.

Tra i denti teneva una pipa d’Olanda
e il fumo d’intorno parea una ghirlanda.
Il viso rotondo, la risata argentina,
ridendo, la pancia parea gelatina.

Panciuto e grassoccio, mettea buonumore
e quando lo vidi io risi di cuore
strizzatomi l’occhio mi fece sapere
che nulla avevo ormai da temere

non disse parola e tutto d’un tratto
Riempì tosto le calze e quindi di scatto
Mise il suo dito davanti alla bocca
e via se ne andò come freccia che scocca

Saltò sulla slitta, fischiò e come un dardo
Via s’involò come piuma di cardo.
Ne sono sicuro, non ho udito male:
“Buonanotte”, esclamò, “e anche a te Buon Natale !”