giovedì 4 dicembre 2008

Dell'agiografia

Tra i vari skills che si richiedono nel mio lavoro, c'è quello di riconoscere a colpo d'occhio gli attributi grazie ai quali vengono identificati i santi. Cosa che, naturalmente, io non so fare come dovrei. Mi accorgo, insha'Allah, solo di quelli più evidenti: la ruota di Santa Caterina, il leone nel deserto di San Girolamo e, venendo a noi, la torre di Santa Barbara.

Scrivo "venendo a noi" perchè oggi la Chiesa ricorda e venera Santa Barbara benedetta, protettrice dal fuoco e dalla saetta. Trattasi, invero, di una santa che più volte ha incrociato la mia vita di miscredente bestemmiatore.
La caserma di Milano dove ho svolto parte del servizio militare era a lei intitolata, ed ogni volta, entrando, mi veniva da pensare alla santabarbara dei galeoni, la polveriera che poteva scoppiare da un momento all'altro (non a caso la santa è protettrice dei VV.FF. e garante contro i danni dei fulmini e degli scoppi improvvisi).
La ridente ed amena cittadina di Montecatini val di Cecina (a me cara per ragioni di studio) entro i cui confini era situata una delle più estese miniere di rame di tutta Europa, aveva come vice-patrona Santa Barbara, in quanto protettrice dei minatori e degli artiglieri.
Infine il suo elemento distintivo, la torre, mi porta alla mente il luogo in cui ho la fortuna di vivere e, dandomi l'idea di casa, mi fa sentire più vicino il suo mistico e superstizioso influsso.

In questi giorni, durante i quali sento con una certa intensità il bisogno di spiritualità, mi consola rivolgere un breve ma intenso pensiero a Santa Barbara ed a coloro che, in ogni tempo, si sono rivolti a lei in preghiera e raccoglimento.

[Per inciso: Te dovevi fa' 'l préte, mi dice sempre la mia mamma]


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