mercoledì 8 giugno 2011

Less is less

Il mio peggior sbaglio è quello di non contraddirmi mai.

Ma questa volta debbo fare un'eccezione. Talvolta accade che 'less is less". Eccome. E' questo il caso, tristemente celebre, dell'insalata nizzarda.

Tu vai in un ristorante, in una osteria, in una boulangerie - come è capitato a me quest'oggi - ed il menù ti promette a chiare lettere una nizzarda; magari addirittura facendo precedere il titolo dal roboante accrescitivo 'insalatona'.

Oh, bene, pensi tra te e te. Una bella nizzarda, e non ci penso più. Un piatto unico, completo, sfamante, proposto ad un prezzo accettabile. E' proprio quello che ci vuole.

La giovane cameriera, col sinale annodato dietro la schiena, arriva dopo pochi minuti e ti serve in tavola una ciotola con foglie verdi, del tonno annerito ed un ovo di numero. Ah, dimenticavo, se ti va bene c'è anche qualche cappero salatissimo che ti occhieggia da sotto il cumulo.

E' bene che si sappia che questa pietanza non è - ripeto NON è - una nizzarda. E non ne costituisce neppure una variante. Perchè una insalata qualsiasi possa fregiarsi della pregiata qualifica occorre aggiungervi quantomeno:

acciughe
carciofi violetti
cipolla
fave (quando la stagione lo consente)
olive nere
peperoni
pomodoro
sedano
uova

Se poi si vuole fare all'italiana si sostituiscono carciofi e peperoni con patate e fagiolini. Ma so che questa ultima dichiarazione farebbe inorridire più di una persona.

Quella che mi hanno propinato oggi è solo una pallida imitazione della nizzarda. E', al più, una insalataccia di Grimaldi Inferiore.

Nessun commento: