Vabbè che dirigeva Zubin Mehta, vabbè che suonava l'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, vabbè che eravamo in Piazza del Duomo, ma qualcuno mi spieghi - se può - perchè sentire la banda per la strada mi scuote nell'intimo.
Ascoltare il Va pensiero o l'Inno di Mameli, così, suonati e cantati per la via, mi ha mosso alle lacrime.
Literally.
2 commenti:
Carissimo,
nel chiostro dei Frati di Pietrasanta, in un'assolata domenica di Aprile, un signore sconosciuto attaccò a cantare un vecchio motivo di Claudio Villa.
Il volume era alto, altissimo. Era a quel livello in cui l'onda sonora è capace di entrare nella tue viscere e disperdersi e scuoterti, e oltre il quale la stessa potrebbe diventare fastidiosa e disturbarti.
Sarà stato quello, sarà stata la melodia, sarà stata la capacità del cantante, ma l'emozione fu improvvisa e incontrollata.
Ciccia di gallina a palla. E occhio umido.
Per dire.
Ciccia di gallina, ed occhio umido.
Ecco come avrei dovuto intitolare il mio post.
Altro che Mina.
Encore une fois: chapeau.
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