Alla filosofia non interessa quella felicità che si comporta come la danza di un folle, che prima s'allontana e poi ritorna per fuggire di nuovo. E non si tratta nemmeno della felicità legata a qualcosa che semplicemente accade, come al gioco del Lotto: il caso fortunato di una Fortuna capricciosa. Neppure si intende un sentire solo soggettivo, un sentirsi bene. Benchè eudaimōn significhi letteralmente favorito o animato da uno spirito benigno, alla felicità decisiva concorrono sia una sorte favorevole sia una tranquilla soddisfazione, ma tutt'al più come 'programma di accompagnamento'. Tali elementi possono infatti giocare un ruolo secondario, laddove l'elemento fondamentale è un altro, cioè il prendere in mano la propria vita e farne buon uso.
Höffe, O., La virtù ci rende belli? Arte di vivere e morale, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2015.giovedì 21 dicembre 2017
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