Noi mentre il mondo va per la sua strada,
noi ci rodiamo, e in cuor doppio è l'affanno,
e perché vada, e perché lento vada.
Tal, quando passa il grave carro avanti
del casolare, che il rozzon* normanno
stampa il suolo con zoccoli sonanti,
sbuca il can dalla fratta, come il vento;
lo precorre, rincorre; uggiola, abbaia.
Il carro è dilungato lento lento.
Il cane torna sternutando all'aia.
* rozzon: cavallo di fatica (l'espressione è ariostesca, Sat. III, 6).
Pascoli, G., Myricae, con l'introduzione di P.G. Mengaldo e note al testo di F. Melotti, Milano, Rizzoli, 1981
1 commento:
*
[Le atmosfere di P. inconfondibili anche per un'ignorante come me]
Posta un commento