mercoledì 20 ottobre 2010

Damnatio memoriae

Ora, per carità, non è per una questione di snobberia. No, proprio, no. Gli è per via del fatto che vorrei evitare, possibilmente, il dramma di non riconoscere e - soprattutto - l'onta di non venir riconosciuto.

A parte quei sett'otto che ho rivisto nel tempo, e che sono usi al me stesso di oggi, tutti gli altri mi hanno messo gli occhi addosso per l'ultima volta nel 1990. Ossia vent'anni or sono. I loro nomi mi dicono poco, i loro volti quasi nulla. L'entusiasmo col quale sorridono nel francobollino di Facebook che li ritrae, non mi è di alcun aiuto. E non c'è alcuna ragione che per loro non sia lo stesso nei miei confronti.

Chi è quel vecchio pelato ? Ma è il babbo di qualcuno che era a scuola con noi ? E' venuto a dirci che il figlio è morto prematuramente ? No, no, aspetta. Mi pare di riconoscerlo. Aspetta … come si chiamava ? Alberto, Umberto, Roberto, no … no, mi ricordo che a scuola metteva sempre per ridicolo cappotto con gli ossi al posto dei bottoni. Ma come si chiamava, proprio non lo ricordo.

Ecco, io questo non lo sopporterei.

Per carità non che la mia persona sia degna di particolare memoria. Ma il non suscitare alcun ricordo sarebbe un duro colpo per il mio ego. Magari qualificato come … "ah, quel rompicoglioni … ", tutto, piuttosto che l'oblio.

Già me la vedo, quella bionda slavata che strizza gli occhi nell'ombra. Mi guarda e mi riguarda. Scuote la testa. Parla a voce bassa con l'amica (una mascherona truccata come i carri del carnevale), chiede un suggerimento. Ma anche l'altra scuote la testa. Poi si rende conto che me ne sono accorto. Accenna un sorriso. Ma poi si alza per andare a prendere da bere. Mi gira le spalle. E, sempre con l'amica, confabula. Cerca di ripescare dalla mente il mio nome, il mio volto d'un tempo. Ancora scuote la testa. Poi va verso un ragazzo al centro della sala. Quello che all'epoca era il capo carismatico del gruppo. Gli chiede chi sono e quello, d'impronta, gli fornisce le mie generalità. Ma anche il mio cognome non le dice nulla. E neppure la sezione che frequentavo. Lui cerca, invano, di far riemergere il mio antico me stesso nella testa della bionda slavata. Ma non c'è nulla da fare. Annegato, sepolto, tamquam non esset.

No, no, no. Questo proprio non lo sopporterei.

Ecco, in poche parole, perché non andrò alla rimpatriata degli ex allievi C*** il prossimo 29 ottobre.

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